Blog

“Dal Margine” a Lineapelle: scopriamo la nuova collezione, accogliamo la complessità virtuosa della diversità

dal margine

L’edizione di settembre 2023 della fiera Lineapelle si è conclusa e come Goretti siamo contenti di aver rinnovato la nostra partecipazione!

Tre giorni colmi di incontri entusiasti con tutti i nostri clienti importanti e nuovi visitatori, che abbiamo accolto in uno stand rivoluzionato nella forma per offrire ancora più spazio alla scoperta della nuova collezione “Dal Margine”: abbiamo presentato tante novità, qui vi proponiamo un distillato della ricchezza di proposte in cui ogni lavorazione è stata fonte di apprezzamento, stupore e curiosità per la ricerca, la sperimentazione e la creatività con cui continuiamo ad innovare la nostra offerta di soluzioni d’altissima qualità.

lineapelle dal margine
lineapelle dal margine

Vuoi scoprire l’intera collezione? Siamo felici di accompagnarti a conoscere tutte le creazioni: per farlo, basta prenotare un appuntamento.

Il nuovo tema “Dal Margine” è una raccolta di semi della nostra memoria che ci auguriamo possano sbocciare in un invito aperto a guardare dentro questo confine e andare oltre l’esclusione, perché il margine è un luogo abitato da persone in grado di sciogliere la separazione e regalarci una semplice, ma sorprendente, rivelazione: cerchiamo la bellezza nelle zone estreme che lo sguardo vorrebbe evitare, dove si svolgono esistenze in equilibrio tra follia e realtà, accogliamo la complessità virtuosa della diversità e scopriremo presenze così anticonformiste che anziché sparire nell’invisibilità, ci incoraggiano ad abbracciare il valore illuminante della loro unicità!

“Dal Margine” si allaccia al precedente “Mani Ribelli”, insieme dipanano il filo dell’intenzione creativa per il 2023: ci siamo avventurati in un’esplorazione del nostro passato locale alla scoperta di persone realmente esistite che celavano vite d’affascinante particolarità; abbiamo trovato storie di ordinaria straordinarietà e anticonformismo virtuoso nascoste nei ricordi silenziosi di Serra de’ Conti, il piccolo paese in cui l’azienda Goretti ha sede, che nelle creazioni trasformiamo in racconti per diffondere l’eredità del loro valore oltre i confini ameni del nostro territorio.
Per spargerle come fossero semi di bellezza: affinché continuino a germogliare ovunque, nella storia di chiunque le incontrerà.

stand goretti
stand goretti2

La nuova collezione racconta le vite non convenzionali di TacchìVittòMbaye Maria de Zucca: vengono dal limite di un’intima diversità, ma le loro storie attraversano la soglia solitaria dell’ombra fino a incastonarsi al centro della quotidianità di paese e al cuore della collettività.

tacchi

Tacchì

La storia di Tacchì vi accoglie nel suo mondo di eleganza rigorosa alterata da tocchi di ebbra follia: per ritrovare il gusto della sartorialità materica, ma sciogliere la formalità in capriole di lampi lucidi e cromatici. Tacchì era quello sempre vestito distinto, e quello che alzava il gomito spesso: non si sa da dove veniva, ma si sa che l’abitudine all’ebbrezza l’aveva portato ad essere accolto prima dalla comunità di recupero, poi dall’affetto curioso della comunità del paese. Amava il bello con fare professionale e il ballo da fare a perdifiato: vestito con giacca e camicia, cravatte colorate e scarpe lucide, di giorno era maître di sala di brillante abilità, e la sera, con la stessa eleganza ma l’aggiunta dell’ubriachezza, animava le feste con capriole piene di solarità. Era un sognatore, imbrigliava di chiacchiere incantevoli chi si fermava in sua compagnia per narrare chi era, o la favola di chi pensava di essere: alla fermata aspettava il bus con la valigetta per raccontare ai giovani che andava a fare il professore in città, così gli hanno messo una cattedra sotto le logge del comune per continuare ad affabulare il folto pubblico con le sue immaginarie verità.

vitto

Vittò

La storia di Vittò vi accoglie nel suo mondo di delicatezza fumosa alterata da tocchi di ribelle follia: per entrare in un’atmosfera di tenue leggerezza interrotta da sferzate di contrasti metallici e materici. Nell’animo era buono, Vittò, ma nella mente era ingarbugliato in un mondo di rompicapo che non riusciva a spiegare: si dice fosse partito per il militare in un modo e ne fosse tornato segnato, e che il lavoro in fabbrica nella lontana Milano gli avesse infilato in testa un rumore strano. Era delicato d’aspetto, alto, dalla carnagione rosea, capelli rossicci e occhi chiari, vestito curato, ma nell’indole era tormentato: già dall’infanzia l’irrequietezza lo faceva acquattare nei vicoli con gli amici ribelli, e ogni tanto in famiglia gli scoppiava la rabbia perché, in una zona con tante aziende di scarpe, lui lo mandavano in giro con vecchie scarpacce? Camminava sempre per il paese col suo passo indimenticabile, una lunga falcata, e avvolto nel fumo delle tante sigarette parlottava tra sé accarezzandosi la testa: se qualcuno era nella sua traiettoria lo scansava a brutto modo, ma nessuno lo temeva, perché era di animo buono.

mbaye

Mbaye

La storia di Mbaye vi accoglie nel suo mondo di distanza silenziosa alterata da tocchi di calda follia: per esplorare l’eco di terre lontane attraversate da sfumature di fresca dolcezza. È stato di passaggio, Mbaye, ma si è fatto notare: ragazzo altissimo, sottilissimo, con la pelle scurissima che raccontava le origini africane da cui era partito in direzione di una fortuna che però, dopo varie città, lo aveva affidato ai servizi sociali e trasferito in paese dove lo si vedeva vagare.
Ammantava nel silenzio la sua storia fragile e nella solitudine il suo camminare di giorno e di notte: a pochi concedeva di lasciarsi avvicinare. Avvolgeva la sua stranezza in un temperamento imprevedibile: sembrava un attaccabrighe, ma dopo i guai riusciva sempre nella gentilezza di venirsi a scusare.
Dava poca confidenza e riceveva diffidenza, eppure sapeva ascoltare: quando nell’altalena tra la natura pacifica e i lampi bui d’irascibilità apriva uno spiraglio di rispettosa confidenza, che sigillava nel gesto lento di reclinare il mento e chiudere lo sguardo in una vicinanza ancestrale.

maria

Maria

La storia di Maria de Zucca vi accoglie nel suo mondo di luccichio esuberante alterato da tocchi di colorata follia: per lasciarsi incantare da bagliori lucenti, alternati da lavorazioni dense e cromie vivaci. Era sempre vestita di tanti colori, Maria: solo la chioma era bianca e raccolta con cura, mentre il collo, le braccia e le mani erano sempre cariche di orpelli di plastica luccicanti che lei sfoggiava come fossero un tesoro di gioielli preziosi.
S’infilava sempre una lunga gonnona e il suo sorriso splendeva sempre di dolcezza: la stranezza può ispirare diffidenza, ma Maria con la sua gentilezza gioviale aveva conquistato la tenerezza dei paesani, a cui si dedicava con volenterosa prontezza quando c’era bisogno di aiutare.
Abitava ai bordi del centro storico con la sua affettuosa famiglia, e girava sempre in paese ciarlando con se stessa ad alta voce: tanto che il pescivendolo la incaricò di fargli pubblicità tra le vie nei giorni di vendita, e la mandò ad avvisare la gente gridando “Pesce! Pesce!”.
Poi smise di abitare in paese, ma non lasciò mai i ricordi di chi le ha voluto bene: ancora oggi, chi s’agghinda di tanti gioielli vistosi si sente appellare “sembri Maria de Zucca!” come fosse la sua vivace eredità.

personaggi lineapelle

Abbiamo dato vita a “Dal Margine” come un diario collettivo nell’essenza, e come un racconto corale nella sostanza fatta di progettazione, produzione, condivisione: un eccezionale universo di interazione umana e professionale in cui gravitano le realtà che partecipano con noi a trasformare ogni ispirazione nelle meraviglie che compongono la collezione.

A tutte e tutti loro rinnoviamo il nostro Grazie sincero!

Un grazie speciale va all’associazione culturale TiVittori, con cui abbiamo rinnovato e rafforzato la collaborazione entusiasta: l’ispirazione del tema “Dal Margine” nasce infatti dalla performance “Dal Margine_primo studio” (parte del progetto Arts 2022/23, proposta in anteprima il 26 Marzo 2023 all’Ex Frantoio di Serra de’ Conti) curata da Claudia Gioia Gentili e Pier Paolo Vernuccio, che ci hanno aperto le porte del loro lavoro delicato di raccolta di voci e ricostruzione delle memorie inizialmente incentrato sui tre personaggi maschili, e con noi l’hanno ampliato aggiungendo la ricerca su Maria. Insieme alle storie, TiVittori ci ha donato anche l’incontro con Giulia Dall’Ara, autrice delle illustrazioni che ritraggono i quattro protagonisti in caleidoscopi di campiture colorate e pattern che rievocano la ricchezza materica delle lavorazioni.

Ad ArtelierMabel Deadema, le aziende del Network Goretti: che uniscono la voce delle loro lavorazioni alla narrazione del tema di stagione condividendo ogni passo di sviluppo della collezione fino allo spazio di presentazione in fiera, e creano un’armonia perfetta tra la propria identità d’eccellenza e la nostra collaborazione collettiva, che ha persino preso forma in speciali opere d’ibridazione.

Alle nostre maestranze: che custodiscono e nutrono un pregiato patrimonio di know-how in cui s’intrecciano manualità e innovazione, e realizzano la straordinaria fusione tra artigianalità e alta tecnologia che rende uniche le nostre creazioni.

Alle professionalità esterne che uniscono il loro prezioso contributo al nostro operato per raggiungere insieme un magnifico risultato: Èstro Lab che sviluppa l’ispirazione nell’incantevole interpretazione materiale da cui nasce la collezione; Kei Kei Studio per la direzione creativa con cui rappresenta nella bellezza grafica di spazi e materiali i nostri racconti; Silvia Scorcella che trasforma in parole e testi il nostro lavoro e le storie che narriamo; Giulia Dall’Ara che con l’arte dell’illustrazione ha tramutato i protagonisti di “Dal Margine” in storie visive.

ricordiamoci: ci sono storie che dall'ombra possono illuminare il centro della nostra vita!

Potrebbero interessarti